Storia - Il dominio dei Visconti

Ad un certo momento la Valsassina e le valli collegate finirono sotto il controllo degli arcivescovi milanesi, sia nel civile, sia nel religioso. Alla fine del Duecento, l’arcivescovo di Milano Ottone Visconti estese infatti anche il potere civile sullo stesso territorio, concedendone i diritti di subinfeudazione alla famiglia Torriani. Da quel momento il controllo arcivescovile resterà stabile e in seguito anche la Signoria viscontea rispetterà tale diritto, limitandosi, almeno formalmente, a concedere quelle terre a titolo di subinfeudazione. Lo stesso Ottone Visconti concesse nel 1294 agli uomini della Valle Averara e di Valtorta il diritto di sfruttamento delle miniere locali. Ed è ancora all’autorizzazione dell’arcivescovo di Milano e del suo vicario in Valsassina che fa riferimento lo statuto di Averara del 1313, redatto su una versione più antica. Le successive lotte tra i Visconti e i Torriani per il controllo del Milanese porteranno ad ulteriori mutamenti politici e creeranno le condizioni per il costituirsi anche in Valsassina e in Valle Averara di autonomie amministrative legate all’emanazione degli statuti. Tra la fine del Duecento e i primi anni del Trecento i Visconti riuscirono progressivamente ad imporsi ai Torriani, i quali furono costretti a trincerarsi nella Valsassina, dove rimasero fino alla definitiva affermazione dei Visconti, sostenuti anche dalle potenti famiglie ghibelline di quelle vallate, avvenuta nel 1332. Le lotte tra i Visconti e i Torriani per il dominio di questa vallate coinvolsero le famiglie più in vista dei vari paesi, schierate apertamente per l’una o per l’altra parte. Tali contrapposizioni tra fazioni si protrassero per tutto il Trecento, nell’ambito delle violente faide guelfo-ghibelline.

Il dominio dei Visconti