Storia - Santa Brigida nella Grande Guerra

Se i primi anni del Novecento furono caratterizzati da un positivo sviluppo del paese, nel 1915 anche la vivace ed operosa comunità di Santa Brigida venne improvvisamente sconvolta dallo scoppio della prima guerra mondiale che costrinse tanti giovani a lasciare casa e lavoro per andare a combattere in nome di una causa che sentivano estranea e non condividevano. Seguirono anni assai tristi e dolorosi, per i soldati in guerra e per le loro famiglie; anni scanditi dalla miseria e dalle periodiche funeste notizie provenienti dal fronte. Nell’ottobre del 1916 un’ordinanza del prefetto di Bergamo dichiarò il territorio di Santa Brigida, assieme al resto dell’alta Valle Brembana, zona di polizia militare, mentre in vari paesi si erano insediate guarnigioni militari ed erano in corso opere di fortificazione della cosiddetta “Linea Cadorna” in corrispondenza dei valichi con la Valtellina. L’ordinanza vietò ai cittadini di avvicinarsi a tali fortificazioni, eseguire schizzi, disegni o rilievi topografici, soffermarsi nei luoghi segnalati da appositi cartelli di divieto, andare in giro con macchine fotografiche, cannocchiali o cineprese, avvicinarsi alle truppe in manovra e percorrere le strade di accesso ai valichi.

L’antica Valle Averara

Per quanto remoto, il vento di guerra soffiò così anche in alta Valle Brembana mentre al fronte i soldati, inizialmente animati dalla fiducia in una conclusione veloce e vittoriosa del conflitto, incominciarono presto a fare i conti con l’atroce vita di trincea, costellata da continui attacchi e ritirate che si concludevano con spaventose carneficine. E anche per Santa Brigida i caduti furono tanti, ben 22, troppi per un paese di un migliaio di abitanti! Tra questi va segnalato il caporale maggiore Enrico Baschenis, a cui fu attribuita la medaglia d’argento al valor militare, con la seguente motivazione: “Comandante di una pattuglia di esplorazione, sorpreso da violento fuoco nemico, fermava la pattuglia e per meglio assolvere il proprio compito, avanzava da solo fin sotto i reticolati nemici, ove cadeva mortalmente ferito...”. (Plava, 27 giugno 1916). Nel periodo immediatamente successivo alla conclusione della guerra anche Santa Brigida fu interessata dalla terribile epidemia di febbre spagnola, che si diffuse rapidamente su tutto il territorio, colpendo indistintamente giovani e anziani e mietendo vittime in misura quasi pari a quelle della guerra. I sintomi consistevano in febbre alta, mal di testa, dolori muscolari, tosse e insufficienza cardiaca. Il decorso della malattia era assai rapido, nessuna cura risultava efficace e nelle forme più gravi sopraggiungeva la morte. A Santa Brigida la spagnola arrivò nel mese di ottobre e ben presto iniziò a mietere le sue vittime, che a fine dicembre erano già una quindicina. Altrettante perirono nei mesi successivi, fino alla primavera del 1919, quando la virulenza dell’epidemia cominciò a diminuire, per poi scomparire del tutto.