Storia - Le lotte tra i guelfi e i ghibellini

In origine i guelfi rappresentavano il partito favorevole alle libertà comunali e al papato, mentre i ghibellini erano sostenitori dell’imperatore, però nel corso del Trecento i due termini finirono con l’indicare genericamente due fazioni in lotta tra loro per difendere i propri privilegi locali e quelli delle grandi famiglie alle quali erano legate. Nella città di Bergamo c’erano diverse famiglie ghibelline: i Suardi, i Mozzi, i Lanzi che sostenevano la Signoria dei Visconti. D’altra parte erano guelfe le famiglie dei Bonghi, dei Rivola e dei Colleoni, favorevoli al governo veneto. Anche nei vari paesi c’erano famiglie guelfe o ghibelline, a seconda della fede politica dei personaggi più importanti del luogo. Spesso all’interno dello stesso paese le due fazioni si contrapponevano e ne derivavano sanguinosi conflitti tra famiglie. I paesi della media Val Brembana erano quasi tutti guelfi, invece la Valle Averara e la Val Taleggio, che erano sempre state favorite dai privilegi e dalle esenzioni concesse da Bernabò Visconti, erano in prevalenza ghibelline, anche se non mancavano i fautori del partito guelfo. In Val Taleggio erano ghibellini gli Arrigoni, gli Amigoni, i Gualtironi, i Facheris, i Gallo, i Benagli e gli Angeloni; erano guelfi i Bellaviti, gli Offredi, i Salvioni, i Danelli, i Rossi e gli Iannoni. In Valle Averara era ghibellina la parentela della Fontana, facente capo a Jacopo della Fontana, detto Badaglio. Della stessa fazione erano i Pecis, mentre a Olmo era ghibellino il notaio Crotto di Antonio dell’Olmo detto Pertica, che nel 1408 rappresenterà la valle nell’atto di sottomissione di Bergamo a Pandolfo Malatesta. Originario di Olmo era quel Merino dell’Olmo capo dei guelfi bergamaschi che fu protagonista di innumerevoli imprese prima di morire, nel 1383, per le ferite riportate nel corso di un attacco portato dai ghibellini al suo castello di Endenna. L’eredità di Merino verrà raccolta da suo figlio Viviano il quale creerà a sua volta non poco scompiglio fra i ghibellini bergamaschi, prima di finire ucciso il giorno di Natale dell’anno 1400. Le sanguinose lotte che sconvolsero il territorio bergamasco sono narrate con grande realismo dal cronista Castello de Castello nel suo famoso Chronicon bergomense guelpho-ghibellinum che ricostruisce, giorno dopo giorno, una miriade di episodi verificatisi tra il 1378 e il 1407.

Le lotte tra i guelfi e i ghibellini