Storia - La Via del Ferro

La Via del Ferro prende il nome dall’attività di estrazione e lavorazione del ferro che caratterizzò per secoli l’alta Valle Brembana e in particolare la zona da essa attraversata e presenta un andamento orizzontale a mezza costa, tra Mezzoldo e Valtorta, passando per Santa Brigida e la Valle Averara. Il percorso prende l’avvio presso la chiesa parrocchiale di Mezzoldo, punto d’arrivo di una delle vie di comunicazioni provenienti dalla Valtellina, tramite il Passo di Albarino (o Albaredo, l’attuale Passo di San Marco), già prima della costruzione della Priula. Si afferma che nel 1510 transitò per questa via, diretto a Roma, il giovane Martin Lutero, futuro iniziatore della riforma protestante, il quale a Mezzoldo avrebbe anche pernottato e celebrato la messa. Da Mezzoldo la Via del Ferro si dirigeva in quota verso la contrada Soliva, per poi orientarsi verso sud-ovest fino a Cigadola. Da qui proseguiva verso ovest passando in quota sopra Malpasso fino alla contrada Acquacalda per raggiungere, dopo una breve discesa, l’abitato di Olmo al Brembo. Qui la Via del Ferro si biforcava in due direzioni: una proseguiva verso nord-ovest, lungo il versante sinistro della Valmora, fino a Lavaggio, Redivo e Averara, ricalcando un tratto della Via Mercatorum, poi saliva a Bindo e Cusio e da qui al Colle della Maddalena per poi girare in direzione ovest fino a Ornica e poi a Valtorta, passando per le contrade Cantello e Grasso. La seconda alternativa saliva da Olmo a Santa Brigida, passando per la Val di Guei, e poi raggiungeva la contrada Foppa, all’estremità settentrionale del paese. Volgeva poi verso ovest toccando le contrade Sacc e Gerro, sempre mantenendosi a mezza costa, quindi scendeva verso il bivio per Cassiglio e proseguiva risalendo il versante destro della Valle Stabina fino a Valtorta, dove si congiungeva con l’altra variante. Da Valtorta la Via del Ferro saliva a Ceresola e ai Piani di Bobbio dove si collegava con la strada proveniente dalla Valsassina.

La Via del Ferro