Storia - La dominazione austriaca (1815-1859)

Nei primi anni della dominazione austriaca anche Santa Brigida dovette affrontare gravi problemi di carattere economico e sanitario. Alla penuria alimentare che aveva caratterizzato gli ultimi anni del periodo francese si aggiunse negli anni 1816 e 1817 una grave epidemia di tifo petecchiale che colpì tutta la provincia e imperversò anche in Valle Averara. La diffusione dell’epidemia fu favorita dalle cattive condizioni igieniche, dalla scarsa alimentazione e dalla presenza di altre malattie, quali la pellagra e l’atropia. Santa Brigida visse uno dei periodi più drammatici della sua storia: nel 1816 risiedevano nel comune 548 abitanti, mentre il censimento del 1819 ne rilevò solo 425. Anche a non voler attribuire questa diminuzione di ben 123 unità alla sola causa del tifo petecchiale, non v’è dubbio che quest’ultima fece abbondantemente la sua parte, come si può dedurre anche dalla lettura del Libro dei Morti della parrocchia: di fronte alla consueta quindicina di morti all’anno, nel 1816 i decessi furono 29 e nel 1817 addirittura 43 e tra le cause della morte riportate accanto ai nominativi assai frequente è la dicitura “febbre petecchiale”. In questi anni si acuì la crisi del settore minerario e metallurgico.

La dominazione austriaca (1815-1859) Nell’intento di valorizzare i manufatti ferrosi della Carinzia e della Stiria, il governo austriaco impose forti dazi sulle esportazioni del ferro delle valli bergamasche e bresciane che si videro così costrette a ridurre la produzione. Da qui l’accrescersi delle difficoltà del settore, già sensibili in epoca napoleonica. Per quanto riguarda Santa Brigida lo storico Maironi da Ponte, nel suo Dizionario odeporico afferma che gli abitanti “s’esercitano nelle fucine e nel mestiere di carbonizzare e di schiantare alberi d’alto fusto. Quivi esistono vari edifici detti chioderie nelle quali si travaglia, non però tutto l’anno, e vi si fabbricano principalmente chiodi da cavallo piuttosto che altre specie. Il ferro che vi si impiega viene prima preparato nelle fucine grandi di Cassiglio”. Nel settore agricolo, a parte i boschi, che a Santa Brigida continuarono a rimanere in gran parte di proprietà comunale, il resto dell’attività mantenne il tradizionale carattere di sussistenza, con qualche eccezione per i prodotti dell’allevamento che venivano in parte commercializzati.

La dominazione austriaca (1815-1859)