Storia - Lo statuto delle Valli Averara e Taleggio del 1358

Lo statuto di Valle Taleggio ed Averara fu il segno tangibile della volontà di Bernabò Visconti di procurarsi il consenso delle popolazioni locali e di affermare nel contempo la propria autorità. Emanato il 17 dicembre 1358 nella contrada Lavina, porta la firma del delegato visconteo Leonardo da Borsano e dei rappresentanti delle due Valli. Rispetto a quello del 1313, il documento non si apre più con la dedica all’arcivescovo, bensì a Dio, alla Madonna, a Sant’Ambrogio e al “magnifico et excelso signore miser Bernabò Visconte di Milano”. Con questo statuto si viene a formare un nuovo ambito amministrativo che consente alle comunità delle Valli Taleggio e Averara, e quindi anche a Santa Brigida, di acquisire un certo grado di autonomia e sottrarsi definitivamente dalla giurisdizione della Valsassina. La sede del vicario fu fissata a Taleggio, ma per la distanza tra le due valli, fu disposto che potesse essere nominato un suo luogotenente scelto tra i cittadini della Valle Averara, col compito di risiedere nella Squadra di Redivo e rappresentarlo in tutte le sue funzioni.

Lo statuto delle Valli Averara e Taleggio del 1358

Per quanto riguarda l’autonomia fiscale, tutte le somme provenienti dalle condanne inflitte dal vicario o dal suo luogotenente rimanevano ai rispettivi comuni. Ai Visconti spettava però un tributo annuale fisso di 200 pesi formaggio, che sarà poi convertito in denaro e contrattato di volta in volta con le autorità centrali. E’ importante sottolineare che grazie a queste norme le Valli Taleggio ed Averara rimasero praticamente esenti dall’aggressiva politica fiscale e dal rigido controllo militare dei Visconti, anche se gli ultimi decenni del Trecento, travagliati dalle cruente lotte tra guelfi e ghibellini, furono comunque davvero difficili per tutti. Ed è proprio grazie alla loro natura di valli esenti che la Val Taleggio e la Valle Averara, al sopraggiungere del dominio veneziano, riusciranno a rivendicare la completa separazione dalla città e il mantenimento dell’autonomia amministrativa. Lo statuto del 1358 segnò un deciso salto di qualità rispetto alla legislazione precedente e consentì alle due valli di superare i contrasti tra le agguerrite fazioni guelfa e ghibellina e conciliare gli obblighi giuridici e fiscali verso la Signoria con l’esigenza di salvaguardare il rispetto dell’autonomia locale. Da quel momento le due valli potranno avere ciascuna un proprio vicario con il compito di rappresentare il governo centrale e di amministrare la giustizia.

Lo statuto delle Valli Averara e Taleggio del 1358