Religione - Gli affreschi

Gli affreschi Il ciclo di affreschi che adorna il portico e le pareti interne dell’antica chiesa di Santa Brigida è uno dei più completi e pregevoli tra i tanti che si possono ammirare in diverse località della Valle Brembana. A parte la raffigurazione degli stemmi dei cardinali Borromeo e Pozzobonelli, di epoca settecentesca, tutti i soggetti risalgono al Quattrocento e in taluni casi sono probabilmente frutto degli interventi di abbellimento dell’edificio originario seguiti alla conferma da parte di Venezia dei privilegi alla comunità della Valle Averara. I dipinti sono stati riportati alla luce e restaurati in varie riprese, avviate nel 1967 dall’allora parroco don Pietro Colombo. Gli interventi riguardanti il portico e la parete interna destra vennero compiuti tra il 1967 e il 1970 a cura dei restauratori Guido Gregorietti e Giuseppe Arrigoni; la fase conclusiva si è svolta tra il 1984 e il 1985, con la prestazione gratuita di sei allieve della Scuola di restauro di Botticino, dirette da Efrem Bresciani, e ha riguardato gli affreschi dell’abside e la parete di sinistra. Per quanto concerne gli autori, in buona parte restano ignoti, tuttavia alcuni soggetti dell’interno sono stati attribuiti ad Angelo Baschenis, mentre le figure effigiate sui pilastri del portico sono firmate da Pietro de Asenelis, un pittore di cui non si conoscono altre opere oltre a queste. Il suo nome compare in una pergamena conservata nell’archivio parrocchiale di Santa Brigida che riporta l’atto di locazione di una pezza di terra della chiesa di Santa Brigida. Nell’atto, rogato il 25 novembre 1444, sono tra l’altro indicati i nomi dei proprietari dei fondi, tra cui gli eredi del “quondam magistri Petri pictoris de Asnelis de la Foppa”. Altri componenti della famiglia che compaiono nell’atto sono Zano del fu Giacomo detto Zentile de Asnelis e Pietro detto Grapino de Asnelis, entrambi della Foppa. La data del 1444 è importante ai fini dell’attribuzione e della datazione degli affreschi del portico, risultando Pietro de Asenelis all’epoca già defunto.