Itinerario: Le Contrade e l'antica Chiesa di Santa Brigida




Le coordinate dell’itinerario
Itinerario ad anello breve e facile che collega e visita le antiche contrade di Colla, Muggiasca, Carale e Foppa, oggi formanti l’esteso “centro” di Santa Brigida, e che nella parte più alta tocca il Santuario della Madonna Addolorata, primigenia sede parrocchiale dell’antica Valle Averara.
Località di partenza: Colla (m 805) Quota massima: m 970 (Santuario della Madonna Addolorata)
Tempo di percorrenza: h 1:00 circaDislivello in salita: m 190 circa
Periodo consigliato: tutto l’annoDifficoltà: T (turistico)

Dall’aprica sella che dona il nome alla contrada Colla1 e che ospita, una dirimpetto all’altra, le sedi municipale e parrocchiale di Santa Brigida (m 805; parcheggi), si prende in direzione di Cugno superiore Via Pittori Baschenis e in breve si raggiungono le antiche case della contrada, raccolte ai piedi della “Cola”, in posizione soliva e riparata dal vento di tramontana.

La contrada dei pittori Baschenis
La strada è dedicata alla grande famiglia dei Baschenis, una stirpe di pittori e frescanti che dalla terra bergamasca si spinse con alcuni suoi rappresentanti sino alle valli trentine, lasciando opere di grande bellezza e suggestione tutt’oggi ammirabili in molti edifici, per lo più sacri. Gran parte di questi artisti, che operarono per circa due secoli a partire dalla metà del Quattrocento, nacque proprio in questa contrada, che oggi li ricorda anche con un grande affresco posto sul retro della Casa Marleta2. Poco più avanti, all’altezza di una delle dimore che fu dei Baschenis, sul cui fronte è effigiato lo stemma di famiglia, si lascia l’asfalto per la mulattiera che verso sinistra mena in breve fuori dall’abitato. Con bella vista sulla breve Val di Guéi si cala a una sella (m 785), sopra la Baita del ruch, ove l’abbondante presenza di boschi neoformati a dominanza di Frassino maggiore e Acero montano rivela la passata destinazione agricola di tutta l’area.

Verso Muggiasca e Carale
Lungo quello che ormai è divenuto un sentiero, si pianeggia e poi si risale dolcemente verso sinistra sino ad uscire tra i prati del Belvedere, toponimo che non tradisce le aspettative. Il panorama si allunga infatti sulla contrada Taleggio, sull’alta Val Mora e sulla caratteristica prominenza rocciosa del Mincucco, dall’arcaico toponimo. Raggiunta Via Belvedere la si segue verso sinistra sino al suo sbocco sulla strada provinciale che attraversa il paese (qui Via Muggiasca), lungo la quale si scende verso destra toccando la contrada Muggiasca, ove spicca l’antico edificio affrescato di Cà Coerì, e infine le case di Carale, poco oltre la chiesetta medioevale di San Lorenzo. All’altezza di un piccolo edificio, un tempo bottega del sarto e barbiere Manzoni, si imbocca a sinistra la mulattiera che sale tra le antiche case della contrada, tocca la sede del centro culturale e museale comunale e infine si unisce alla carrabile di Monticello. Lungo quest’ultima si compie un largo giro verso Sud bordando l’ingresso di una vecchia e dismessa cava di gesso, la cui estrazione fu definitivamente interrotta alla fine del Novecento per il manifestarsi in superficie di una serie di dissesti riconducibili al cedimento dei cunicoli sotterranei. Al margine dell’area di cava si prende a destra una stradella (indicazioni) che poco sopra lascia il posto al sedime della vecchia mulattiera proveniente da Carale. Bordando il prato si raggiunge una santella dedicata alla Pietà, in coincidenza della quale si stacca sulla destra la diramazione per Cusio. Trascuratala, si prosegue diritti con bella vista sull’alta Val Mora sino a sbucare nuovamente sulla provinciale, nei pressi del Santuario della Madonna Addolorata.

L’antica parrocchiale della Valle Averara
Fatti pochi metri si raggiunge l’antica chiesa (m 970), il cui primigenio nucleo risale al X secolo. Collocata in posizione preminente e dedicata alla badessa Brigida, patrona d’Irlanda, intorno al XIII secolo acquisì il titolo di parrocchiale, la prima della Valle Averara, da cui nei secoli successivi, tra il 1456 e il 1611, gemmarono le diverse parrocchie tutt’oggi esistenti. Il portico e l’interno sono impreziositi da affreschi quattrocenteschi che nel loro insieme definiscono uno dei cicli più belli e spettacolari tra quelli che ornano gli edifici sacri della Valle Brembana3. Dal sagrato della chiesa si imbocca la mulattiera gradinata che cala rapidamente alla sottostante contrada Foppa, dall’eloquente toponimo4, le cui antiche case sono raccolte attorno a due piazzette. In corrispondenza della più bassa, affacciata su Via Piazzo, fa bella mostra di sé un dipinto dedicato alla tradizione della “Pisa egia”5. Si prosegue diritti attraversando la carrabile e imboccando in discesa una stradella che presso una piazzetta con fontana e lavatoio lascia il posto all’originaria mulattiera. Questa continua tra prati e boschi neoformati piegando verso Sud e infine sbucando sull’asfalto di Via Gerro, alle porte della contrada omonima.

Ritorno alla Colla
Seguendo a sinistra la carrabile ci si porta nuovamente alla contrada Colla, godendo verso levante di ampi panorami sulle Torcole, sul Monte Menna e sulla dirimpettaia Valle Pugna, con i suoi pascoli abbandonati. Una volta raggiunta la strada provinciale si passa a monte della monumentale chiesa parrocchiale, edificata in stile eclettico tra il 1918 e il 1925, e solo nel 1933 completata dell’alto campanile (come inciso su una pietra basale dello stesso), per poi fiancheggiarne il lato settentrionale e infine scendere al sottostante Parco delle rimembranze e alla piazzetta antistante il municipio.

1) Il toponimo “Colla” (“Cola” nella voce dialettale) è assai diffuso nell’area (vedasi la “Cola” presso il confine con Cusio e la “Cola de Cus”, ovvero il Colle della Maddalena, in comune di Cusio) e con le varianti “Cole” e “Col” si riferisce sempre a dolci selle, ovvero a siti che morfologicamente richiamano l’incavo dorsale del collo umano e di alcuni animali domestici.

2) L’affresco, realizzato da Manuela Sabatini nel 2012, rappresenta i pittori Baschenis mentre dipingono l’abside dell’Oratorio di S. Giovanni Battista, a Cusio.