I Rovelli, intagliatori e intarsiatori del legno

Nel campo della produzione artistica della Valle Brembana un posto di rilievo meritano gli esponenti della Famiglia Rovelli di Cusio che per un secolo, a partire dalla fine del Seicento, si specializzarono nella produzione di mobili di chiesa, facendosi apprezzare per l’abilità esecutiva e la bellezza dei decori ad intarsio. I Rovelli hanno lasciato un notevole patrimonio di opere che ancora abbelliscono le chiese dell’alta Valle Brembana e di altre località. Il primo di questi intagliatori-intarsiatori fu Ambrosino Rovelli (1591-1674), nella cui bottega operarono poi i figli Antonio (1641-1710) e Giuseppe (1655-1729) e i loro discendenti. Non particolarmente significativo fu il ramo di Giuseppe, che si chiuse con il figlio Gio. Battista (1684-1710), mentre molto attivo fu quello di Antonio che proseguì con il figlio Ambrogio (1674-1747) e i figli di quest’ultimo. Giuseppe Antonio (1700-1747), Giovanni Maria (1702-1783), Francesco (1705-1764), Giovanni Antonio (1708-1797), Giovanni Battista (1711-1797) e con il figlio di Francesco, Giovanni Antonio (1739-1780). Dopo questi l’attività della bottega si estinse e passò a un allievo dei Rovelli, Angelo Regazzoni di Santa Brigida (1750-1828) che continuò l’attività trasmettendola ai discendenti, fino al Novecento. Il più noto dei Rovelli è Antonio, la cui produzione può essere ammirata nelle chiese di Cusio, Santa Brigida, Averara, Mezzoldo, Cassiglio e Valtorta. Pregevoli sono pure le opere di Ambrogio e dei figli Francesco e Giuseppe. Abili soprattutto nell’intarsio, i Rovelli ci hanno lasciato decorazioni che alternano schemi geometrici e floreali, con presenze di animali, realizzate con l’uso di essenze lignee di varie tinte e a volte volutamente colorate. Tra i mobili più rappresentativi della loro attività, spiccano gli armadi e i credenzoni di sagrestia, i confessionali, i pulpiti, i banchi dei parati, le sedie, gli inginocchiatoi, i tabernacoli, le porte, i gradini e le predelle d’altare. A Santa Brigida sono conservati alcuni di questi preziosi mobili, realizzati per l’antica chiesa parrocchiale o per le altre chiesette, e ora trasferiti nella parrocchiale attuale: un credenzone di sagrestia, attribuito ad Antonio Rovelli; un altro credenzone di sagrestia, opera realizzata e siglata da Antonio Rovelli nel 1689; una sedia del celebrante, attribuita alla bottega, già nella chiesa di Sant’Antonio a Carale, dove ora si trova ancora un gradino d’altare.

I Rovelli, intagliatori e intarsiatori del legno